La battaglia di Tebe by Nagib Mahfuz

autore:Nagib Mahfuz
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9788882895181
editore: La battaglia di Tebe By orevacam
pubblicato: 2006-12-31T16:00:00+00:00

Capitolo quindicesimo.

La spedizione oltrepassò indenne la frontiera egiziana. Tutti gli uomini dell'equipaggio si unirono in una sincera preghiera al dio Amon, lo ringraziarono per la via di salvezza che era stata loro concessa, lo supplicarono di vegliare sulle loro speranze e di proteggere da ogni male le loro donne. Le navi continuarono per giorni e notti a risalire il fiume finché approdarono a un'isoletta sul Nilo per concedersi una tappa di riposo. Latu invitò gli uomini a scendere a terra e si mise in mezzo a loro, Isfinis alla sua destra disse: «Fratelli! Permettetemi di svelarvi un segreto che ho dovuto tenervi nascosto per la prudenza di cui ben conoscete i motivi.

Dovete sapere che noi siamo degli inviati della famiglia del re Sekenenre e che il vostro re Kamose aspetta il vostro arrivo a Nabata».

La sorpresa apparve sui volti degli uomini e qualcuno di essi non potendo trattenere la contentezza esclamò: «Allora è vero che la famiglia reale è a Nabata!».

Latu sorridente assentì chinando la testa.

«C'è anche la sacra madre Tutishiri?», chiese qualche altro.

«Sì, e presto vi darà la sua benedizione».

«E il re Kamose, figlio di Sekenenre?».

«C'è anche lui, lo vedrete coi vostri occhi e lo udrete con le vostre orecchie».

«E il principe ereditario Ahmose?».

Latu sorrise ed indicò Isfinis, poi chinò il capo e disse: «Compagni, davanti a voi avete il principe ereditario del regno d'Egitto, Sua Altezza Reale, il principe faraone Ahmose».

Molti gridarono sorpresi: «Il mercante Isfinis è il principe ereditario Ahmose!».

Ahmose, figlio di Ibana, si prostrò ai suoi piedi in lacrime e tutti seguirono il suo esempio. C'era chi piangeva e chi lanciava urla di gioia che provenivano dal più profondo del cuore.

La spedizione riprese il viaggio, accompagnata da una felicità incontenibile. Avrebbero volato se avessero potuto fino a Nabata dove era ad attenderli il loro adorato sovrano Kamose e la loro sacra madre Tutishiri. Ci vollero ancora giorni e notti prima che apparisse finalmente all'orizzonte Nabata con le sue umili capanne e le sue semplici costruzioni. Continuarono ad avanzare distinguendo sempre più nettamente i contorni della città finché la spedizione arrivò al porto. Alcuni soldati si accorsero dell'arrivo delle navi e si recarono al palazzo del governatore. Una folla di nubiani si radunò sulla riva a guardare le navi e i loro equipaggi. Gli egiziani scesero a terra preceduti dal principe Ahmose e dal cancelliere Hur. A tutta velocità intanto sopraggiunse un carro da cui scese il governatore del Sud, Ra'um, che salutò il principe ed i suoi compagni e comunicò loro i saluti del re e della sua famiglia e li informò che Sua Maestà li attendeva a palazzo. Gli uomini acclamarono a lungo il loro re e poi si incamminarono per gruppi al séguito del loro principe accompagnati da una fitta schiera di nubiani.

La famiglia del faraone sedeva all'ombra di un porticato prospiciente il grande cortile interno del palazzo del governatore.

Sui loro volti quei dieci anni non erano passati inavvertiti, così come la gravità e la tristezza di quello che avevano passato aveva inciso un'orma indelebile sul loro spirito.

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